Indice dei luoghi
Villa Angeletti

Nel Settecento la famiglia senatoria Calderini fece costruire un’ampia villa nei pressi del Canale Navile, dove si stendeva una vasta pianura costellata di case coloniche e altre ville. La casa fu poi ceduta alla famiglia Angeletti nel corso del secolo successivo.
Negli Anni Trenta del Novecento, Villa Angeletti con altri fabbricati e il podere circostante era di proprietà della Cassa di Risparmio in Bologna, che li affidò alla Società Produttori Sementi. Negli anni Trenta, all’epoca della “battaglia del grano”, era diventata un importante centro di ricerca e sperimentazione agraria. Vi venivano selezionate sementi al fine di ottenere nuove varietà di cereali.
Nel 1944, Villa Angeletti, il cui ingresso era su via Carracci, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei che, diretti sulla vicina stazione ferroviaria, colpirono spesso le zone limitrofe.
Dopo la distruzione della villa, le attività di ricerca sono trasferite ad Argelato. Nel dopoguerra i terreni annessi, di proprietà della Cassa di Risparmio, saranno donati al Comune, che vi ricaverà un parco pubblico.
Il parco è stato inaugurato nel 1997, è grande 8,5 ettari (uno dei più grandi di Bologna) e comprende parte della sponda destra del Navile. Al centro del parco, nel 2013 è stato inaugurato il “Parcoscenico dell’acqua”, un anfiteatro progettato da Terra Verde con un gruppo di ragazzi e ragazze e ispirato alla storia del Navile.
All’ingresso del Parco da via Carracci, potete trovare la Gelateria, una fontanella con acqua pubblica e varie sedute in ombra. Da lì può partire l’esplorazione del Navile, in mezzo alla bellezza e alla natura.
In estate il piccolo anfiteatro è animato da spettacoli e poco lontano c’è anche un’area gioco per bambine e bambini, bella e confortevole!
Fonti:

Battiferro
Battiferro
Vitruvio – Associazione per l’Armonia e lo Sviluppo del Territorio ha sede presso il Sostegno del Battiferro e organizza dal 2007 visite guidate, eventi e spettacoli per la valorizzazione di Bologna, della sua storia e della sua tradizione. L’Associazione da anni mette in palinsesto attività per l’esplorazione delle sue vie d’acqua, dei sotterranei, dei palazzi storici e di luoghi solitamente non accessibili per far conoscere la città in maniera divertente e non convenzionale. Vitruvio si impegna attraverso musica, teatro, danza e nuovi mezzi espressivi e multimediali a creare contenuti sempre nuovi e fruibili per andare alla scoperta della città. Le proposte dell’Associazione si rivolgono a persone di ogni età, e prevedono eventi aperti al pubblico, su prenotazione per gruppi nazionali ed esteri, per le scuole e centri estivi, per conventions e media.
Dal 2011 produce la rassegna estiva “Battiferro finché caldo” che si svolge da giugno a settembre, oltre a numerose visite guidate ed attività didattiche che si svolgono all’interno della propria sede e lungo il Navile.
Oasi dei saperi

Oasi dei Saperi
A Bologna nel Quartiere Navile, all’interno del contesto urbanizzato di Corticella, si trova un’area verde salvata dalla cementificazione grazie ad alcuni cittadini attivi ed è diventata un’importante oasi naturalistica.
L’Oasi dei Saperi è sorta sull’area della Stazione Provinciale di Avicoltura, fondata nel 1931 da Alessandro Ghigi, Rettore dell’Università di Bologna, che successivamente prese il nome di Centro Avicolo.
In questo centro, d’importanza internazionali, venivano effettuati studi e sperimentazioni scientifiche sulle diverse razze avicole, sugli animali da cortile, sulla fauna selvatica e sugli anfibi. Fu Ghigi, nella prima metà 1900 a selezionare il ” Tacchino Lilla di Corticella”. Aveva qui la sua sede l’istituto di Apicoltura.
Dopo la graduale dismissione delle attività agricole, negli anni ’90 la proprietà dell’area passa ad un costruttore che presenta un progetto per edificare diversi palazzi. Era prevista la demolizione delle strutture avicole, la copertura del grande macero, e l’abbattimento delle alberature secolari. Alcuni cittadini si attivarono per cercare di salvare l’area dal cemento e proporre il suo utilizzo per scopi didattici e naturalistici: l’area viene acquisita dal Comune di Bologna, destinata a verde e data in gestione, con convenzione all’Associazione di volontariato Oasi dei Saperi.
L’Oasi comprende alcune aule didattiche tematiche (apicoltura, canapa, laboratorio di storia e enologia) e la possibilità di svolgere attività per le scuole, nelle aule, nell’orto botanico, nel vigneto e nell’area del macero.
Museo del patrimonio industriale

Il Museo del Patrimonio Industriale documenta, visualizza e divulga la storia economico-produttiva della città e del suo territorio dall’Età Moderna a quella Contemporanea. Fa parte dell’Istituzione Bologna Musei del Comune di Bologna ed è il fulcro dell’area Patrimonio Industriale e Cultura Tecnica.
La sede del Museo si trova nell’antica fornace da laterizi risalente alla seconda metà del secolo XIX, ora ristrutturata.
L’edificio fu costruito nel 1887: la Fornace Galotti “Battiferro” era all’epoca il più grande impianto per la produzione dei laterizi di Bologna, dotato di forno Hoffmann a 16 camere, in funzione tutto l’anno con 250 operai. La sua attività è cessata nel 1966. Costituisce uno degli esempi più significativi in Italia di recupero di uno stabilimento industriale per scopi museali.
Il Museo è stato fondato nel 1982 come Museo-laboratorio Aldini-Valeriani per documentare il sistema idraulico artificiale della città ed il setificio bolognese. Negli anni si è arricchito di nuove esposizioni relative al mondo industriale bolognese.
Il Museo del patrimonio industriale ospita nel forno, recuperato con criteri conservativi, negli ex-essiccatoi 3.000 m2 di spazi espositivi. In una palazzina adiacente sono invece collocati la sala per le esposizioni temporanee, l’Archivio-Biblioteca e gli uffici.
Fonti:

Ponte della Bionda
Lungo il percorso storico del Navile c’è un ponticello in laterizio con la caratteristica forma a schiena d’asino e lastricato dai sassi di fiume. Costruito alla fine del ‘600, consentiva il passaggio dei cavalli che trainavano verso la città i barconi che venivano dalla Bassa, a volte anche dal mare, poiché navigando sul Navile si poteva giungere all’Adriatico.
Grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna il ponte è stato ristrutturato e di nuovo riaperto al pubblico nel 2004.
Da allora l’area è gestita dall’Associazione Culturale “Il Ponte della Bionda” che bonificando un’area, un tempo divenuta discarica abusiva, ne ha realizzato un’arena per spettacoli estivi e una compagnia teatrale residenziale che organizza commedie in dialetto e in lingua, cabaret, concerti, spettacoli multimediali, conferenze.
Fonti:
Associazione Ponte della Bionda
Ca' Bura

Famoso anche come “Parco dei laghetti di Corticella” o “della Ca’ Bura”, l’area verde si estende per una superficie di oltre 11 ettari, tra via dell’Arcoveggio e via dei Giardini, in una zona vicina al canale Navile e al nucleo storico di Corticella. Si sviluppa intorno a un asse centrale che, tra due grandi dossi di forma allungata, collega una piazza pavimentata con un gazebo che si protende sopra un ampio specchio d’acqua
che è il cuore del parco. Il parco, fortemente voluto dai cittadini, testimonianza concreta di cittadinanza attiva, è costantemente implementato nell’alberatura e, dal 2021, accoglie un giardino Fenologico (Parte del progetto Europeo “Life Clivut”) per la valutazione della risposta ‘ambientale’ di determinate specie, soprattutto in termini di reazione all’inquinamento urbano.
Gli alberi del parco, disposti in gruppi o a filari, appartengono alle specie autoctone a caratteristiche della fascia fitoclimatica di appartenenza: frassino, gelso, acero, tiglio… ma anche noci, ciliegi, ulivi, bagolari… Il parco, ed il laghetto ivi inserito, sono un’oasi urbana
dove gli animali si muovono in libertà; tra loro cigni, varie specie di anatre, oche, galli e galline; nel lago carpe erbivore e pesci gatto americani; la zattera al centro dell’acqua è luogo protetto per la nidificazione.
L’intera area del Parco dei Giardini è stata fortemente voluta dai cittadini di Corticella: sorge su un’area abbandonata dagli anni ’50 agli anni ’80; in precedenza cava di argilla della Fornace Gallotti, che fabbricava tegole e mattoni. Alla fine degli anni 80’, il piano regolatore stabiliva una destinazione di utilizzo che non piacque ai Corticellesi, che si attivarono con una raccolta firme che accompagnò la proposta di costituire il parco esistente. L’allora sindaco Vitali, accettò la proposta : istituì un bando internazionale per assegnare la progettazione del parco e pose una condizione: chi si era reso promotore della raccolta firme doveva costituirsi in associazione assumendosi l’onere di gestire il parco.
Così fu e dal 1993 la gestione del Parco dei Giardini è a cura dell’Associazione di Volontariato Cà Bura APS che opera in convenzione col Quartiere Navile; detta convenzione prevede la pulizia, la manutenzione e la gestione degli animali – in prevalenza volatili- che popolano il lago.
Il parco è considerato uno degli spazi verdi più interessanti del Quartiere Navile.
Gestito grazie al volontariato dell’ Associazione di volontariato Ca’ Bura APS.